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Virginia Woolf nasce a Londra il 25 gennaio 1882. L’infanzia e l’adolescenza di Virginia sono dominate dall’ambiente colto e agnostico in cui vive. Vogliamo celebrare la nascita di questa autrice, considerata come una delle principali figure della letteratura del XX secolo, ricordano il saggio Una stanza tutta per sé.
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Nell’ottobre del 1928 Virginia Woolf viene invitata a tenere due conferenze sul tema “Le donne e il romanzo”. È l’occasione per elaborare in maniera sistematica le sue molte riflessioni su universo femminile e creatività letteraria. Il risultato è questo straordinario saggio, vero e proprio manifesto sulla condizione femminile dalle origini ai giorni nostri, che ripercorre il rapporto donna-scrittura dal punto di vista di una secolare esclusione, attraverso la doppia lente del rigore storico e della passione per la letteratura. Come poteva una donna, si chiede la scrittrice inglese, dedicarsi alla letteratura se non possedeva “denaro e una stanza tutta per sé”? Si snoda così un percorso attraverso la letteratura degli ultimi secoli che, seguendo la simbolica giornata di una scrittrice del nostro tempo, si fa lucida e asciutta riflessione sulla condizione femminile. Un classico della scrittura e del pensiero. Con uno scritto di Marisa Bulgheroni.
Le riflessioni di Virginia Woolf sulla tematica femminile, sulla poesia moderna, sulle relazioni fra donna e romanzo sono franche, schiette, e non mancano di certo di ironia.
Una donna, se vuole scrivere romanzi, deve avere soldi e una stanza tutta per sé.
Sulla scrittura:
Siccome ho già detto che era un giorno d’ottobre, non vorrei perdere il vostro rispetto e nuocere alla buona reputazione della letteratura romanzesca cambiando la stagione e descrivendo i lillà che sporgevano dai muretti, il croco, i tulipani, e gli altri fiori di primavera.
In merito alle donne:
Sono in grado o no di essere educate? Napoleone pensava di no. Il Dr. Johnson pensava di sì. Hanno un’anima o non hanno un’anima? Certi selvaggi dicono di no. Altri al contrario sostengono che le donne sono quasi divine, e perciò le adorano. Certi saggi dicono che il loro cervello è più superficiale; altri che la loro coscienza è più profonda. Goethe le onorava; Mussolini le disprezza. Ovunque si volge lo sguardo, gli uomini stanno pensando alle donne, e pensano cose diverse.
E ancora:
Probabilmente, quando il professore insisteva, piuttosto enfaticamente, sull’inferiorità delle donne, stava pensando non alla loro inferiorità, bensì alla propria superiorità.
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