Virginia Woolf

by George Charles Beresford, platinum print, retouched and heightened, July 1902

Virginia Woolf nasce a Londra il 25 gennaio 1882. L’infanzia e l’adolescenza di Virginia sono dominate dall’ambiente colto e agnostico in cui vive. Vogliamo celebrare la nascita di questa autrice, considerata come una delle principali figure della letteratura del XX secolo, ricordano il saggio Una stanza tutta per sé.

Nell’ottobre del 1928 Virginia Woolf viene invitata a tenere due conferenze sul tema “Le donne e il romanzo”. È l’occasione per elaborare in maniera sistematica le sue molte riflessioni su universo femminile e creatività letteraria. Il risultato è questo straordinario saggio, vero e proprio manifesto sulla condizione femminile dalle origini ai giorni nostri, che ripercorre il rapporto donna-scrittura dal punto di vista di una secolare esclusione, attraverso la doppia lente del rigore storico e della passione per la letteratura. Come poteva una donna, si chiede la scrittrice inglese, dedicarsi alla letteratura se non possedeva “denaro e una stanza tutta per sé”? Si snoda così un percorso attraverso la letteratura degli ultimi secoli che, seguendo la simbolica giornata di una scrittrice del nostro tempo, si fa lucida e asciutta riflessione sulla condizione femminile. Un classico della scrittura e del pensiero. Con uno scritto di Marisa Bulgheroni.

Le riflessioni di Virginia Woolf sulla tematica femminile, sulla poesia moderna, sulle relazioni fra donna e romanzo sono franche, schiette, e non mancano di certo di ironia.

Una donna, se vuole scrivere romanzi, deve avere soldi e una stanza tutta per sé.

Sulla scrittura:

Siccome ho già detto che era un giorno d’ottobre, non vorrei perdere il vostro rispetto e nuocere alla buona reputazione della letteratura romanzesca cambiando la stagione e descrivendo i lillà che sporgevano dai muretti, il croco, i tulipani, e gli altri fiori di primavera.

In merito alle donne:

Sono in grado o no di essere educate? Napoleone pensava di no. Il Dr. Johnson pensava di sì. Hanno un’anima o non hanno un’anima? Certi selvaggi dicono di no. Altri al contrario sostengono che le donne sono quasi divine, e perciò le adorano. Certi saggi dicono che il loro cervello è più superficiale; altri che la loro coscienza è più profonda. Goethe le onorava; Mussolini le disprezza. Ovunque si volge lo sguardo, gli uomini stanno pensando alle donne, e pensano cose diverse.

E ancora:

Probabilmente, quando il professore insisteva, piuttosto enfaticamente, sull’inferiorità delle donne, stava pensando non alla loro inferiorità, bensì alla propria superiorità.

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